Linfonodi seno

 

 

Oltre al sangue anche l’intero sistema linfatico circola all’interno del corpo umano, tramite una fitta rete di capillari, vasi linfatici e linfonodi. Questi ultimi sono molto importanti per le diagnosi tumorali o infezioni di natura batterica o virale.

I linfonodi sono delle ghiandole che si trovano in tutto il corpo che hanno la particolare funzione di determinare una risposta da parte del sistema immunitario. Spesso i linfonodi tendono ad  ingrossarsi mettendo in allarme chiunque possa notare anche un piccolo gonfiore, in ogni caso prima di spaventarsi è opportuno  sapere con certezza a cosa è dovuto il gonfiore.

 

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I linfonodi ascellari sono delle piccole ghiandole a forma di fagiolo che si trovano principalmente nella cavità ascellare, e che sarebbero in grado di fornire indicazioni sul proprio stato di salute. Sono molto importanti per le diagnosi tumorali o infezioni di natura batterica o virale. Nel caso di linfonodi ascellari il loro ingrossamento potrebbe essere indice di un tumore al seno, ma in ogni caso prima di allarmarsi è opportuno sapere con certezza a cosa è dovuto il gonfiore del linfonodo ascellare.

Una sentinella dunque per riconoscere se siamo in presenza o no di una malattia. Questo sono i linfonodi al seno e quando si presentano ingrossati nella zona dell'incavo dell'ascella vanno presi in considerazione anche se di per sé non significa necessariamente che ci si deve preoccupare.

 

Come riconoscere i linfonodi ingrossati al seno

Non è facile riconoscere i linfonodi ingrossati al seno perché alle volte vengono confusi con i noduli che sono tutt’altra cosa. Quando però con la tecnica dell’autopalpazione abbiamo anche solo il dubbio che i linfonodi possano essere più grandi del previsto e magari anche arrossati allora meglio subito rivolgersi ad un medico che potrà consigliare come procedere.

L’ingrossamento del linfonodo può essere provocato anche semplicemente da una malattia come l’influenza o la mononucleosi, o ancora da una cisti, perché comunque significa che i linfociti presenti nel nostro corpo reagiscono ad un agente esterno. Se l'ingrossamento dei linfonodi è benigno non dura mai più di un paio di settimane  e quindi è il caso di preoccuparsi soltanto se dopo quel periodo il problema sussiste ancora così come se la zona intorno ai linfonodi si mostra calda e arrossata, portando anche stanchezza e febbre alta perché potrebbe essere la spia di  una forte infezione in corso da indagare subito.

 

 

Linfonodi ascellari dove sono e come funzionano

Nello specifico i linfonodi ascellari (detti anche volgarmente "linfonodi al seno") risiedono nella zona dell’ascella, e sono tra le 20 e le 40 unità di linfonodi suddivisi in 6 gruppi, ovvero nel gruppo pettorale, il gruppo sottoscapolare, il gruppo laterale, il gruppo centrale, il gruppo apicale e il gruppo infraclavicolare.

Il principale compito dei linfonodi ascellari è di drenare la linfa che proviene dagli arti superiori oltre che di filtrarla, sia dal lato del tronco che va dall’ombelico al collo, che nella schiena sopra le creste iliache.

Riconoscere un linfonodo ascellare ingrossato è piuttosto semplice dato che è visibile sia alla vista che al tatto. La principale funzione dei linfonodi ascellari è bloccare gli agenti patogeni aiutando il sistema immunitario a svolgere il suo compito naturale, e proprio quando appaiono gonfi e dolenti indicano uno stato di alterazione della salute dell’individuo, che il sistema immunitario sta intervenendo per cercare di risolverlo.

 

Tutti i gruppi di linfonodi ascellari

 

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I linfonodi ascellari risiedono nell’ascella, ovvero l’area del corpo umano che si trova inferiormente all’articolazione della spalla, tutti i linfonodi ascellari si suddividono in diverse unità tra le 20 e le 40 che possono essere distinte tra loro in base alla loro localizzazione.

I linfonodi ascellari sono elementi pari nel pari del corpo umano, ovvero sono presenti per ogni lato del tronco. Il concetto di distribuzione pari è piuttosto importante in quanto ai gruppi linfonodali di un lato del corpo spetta il drenaggio linfatico delle strutture presenti nello stesso lato.

 

Il gruppo pettorale

Il gruppo pettorale comprende le 4-5 unità linfonodali di dimensioni medio-grandi, che vanno dal muscolo piccolo pettorale al muscolo grande pettorale. Tale unità riceve la linfa dai vasi linfatici provenienti dai quadranti delle mammelle, ma anche dal torace e dalla zona sovra ombelicale, scaricando poi la linfa nei linfonodi del gruppo centrale.

 

Gruppo sottoscapolare

Il gruppo sottoscapolare comprende 6-7 unità linfonodali di media grandezza, e si trovano davanti al muscolo sottoscapolare e sotto la scapola. I linfonodi del gruppo sottoscapolare ricevono la linfa dal collo e dalla schiena, scaricando poi la linfa al gruppo centrale.

 

Gruppo laterale

Il gruppo laterale comprende le 4- 6 unità linfonodali di grandezza intermedia, e risiedono nella posizione postero mediale rispetto alla vena ascellare, e laterale rispetto ai muscoli pettorali. Tali linfonodi ricevono la linfa dal braccio scaricandola poi nel gruppo centrale.

 

Gruppo centrale

Il gruppo centrale include 3-4 unità linfonodali di dimensioni medio grandi, che sono poste esattamente al centro dell’ascella immersi nel tessuto adiposo. Il compito dei linfonodi ascellari del gruppo centrale è di accogliere la linfa transitata nei diversi altri gruppi di linfonodi ascellari, e successivamente scaricarla al gruppo apicale.

 

Gruppo apicale

Il gruppo apicale si compone di 4-6 unità di grandezza intermedia, distribuiti nella parte più alta dell’ascella. Essi hanno il compito di ricevere la linfa dal gruppo centrale, sia per i linfonodi del gruppo infraclavicolare che per i vasi linfatici della vena cefalica, e della porzione periferica superiore del seno, e infine riversano poi la linfa nel tronco linfatico succlavio, nel dotto linfatico destro e nei linfonodi cervicali.

 

Gruppo infraclavicolare

Il gruppo infraclavicolare è considerata una categoria a parte, in quanto le 6-12 unità linfonodali si trova completamente al di fuori della zona ascellare, ovvero tra il muscolo deltoide e il grande muscolo pettorale, posto sotto la clavicola. Il loro compito è accogliere la linfa proveniente dall’avambraccio, dal braccio e dai lati delle mani, e scaricano poi la linfa nel gruppo apicale.

 

Sintomi e cause di linfonodi ascellari gonfi

I linfonodi ascellari gonfi rappresentano un sintomo di uno stato di alterazione del proprio stato di salute, durante il quale il sistema immunitario sta cercando di intervenire. Il gonfiore diventa linfonodo ascellare reattivo quando le cellule immunitarie presenti in zona si attivano per respingere l’agente patogeno.

Ma in alcuni casi oltre all’infiammazione dei linfonodi ascellari possono comparire diversi sintomi come il dolore sotto l’ascella, l’arrossamento della zona cutanea, gonfiore nelle parti vicine alla ghiandola gonfia, o gonfiore agli arti, così come febbre o sudorazione notturna.

Generalmente quando i linfonodi aumentano di volume è il sintomo che ci sia un’infiammazione o infezione in corso. E se i linfonodi ingrossati sono proprio quelli ascellari, zona particolarmente delicata, le motivazioni potrebbero essere di varia natura. Da infezioni di lieve entità a carico dei distretti vicini, alla mononucleosi, ma è bene precisare che la causa potrebbe essere la presenza di un tumore al seno.

 

 

Cosa fare quando si ingrossano i linfonodi?

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I possibili rimedi ai linfonodi ingrossati dipendono necessariamente dalla causa scatenante, in alcune circostanze come per un semplice raffreddore basterà lasciare il tempo all’organismo di rimettersi in sesto dopo l’aggressione dei virus, mentre nei casi più gravi sarà necessario sottoporsi a terapia farmacologica a base di antivirali, antistaminici o antibiotici. Nei casi di tumori potrebbe invece risultare necessaria l’asportazione chirurgica di alcuni linfonodi.

Sia nell’uomo che nella donna i linfonodi ingrossati possono essere determinanti nella diagnosi di tumore, in quanto potrebbe essere il primo segno di esordio della malattia, o il segno che il tumore si sta già diffondendo in diverse altre parti dell’organismo. Ma solamente uno specialista sarà in grado di analizzare l’aumento di volume del linfonodo, e tramite analisi specifiche del sangue, mammografia,  ecografica e biopsia scongiurare la presenza di un tumore.

Tuttavia il campanello d’allarme potrebbe essere la dimensione del linfonodo ascellare, dato che quelli interessati da un tumore raggiungono importanti dimensioni e non si normalizzano in pochi giorni. Ma per sapere se ci sono delle metastasi in corso è necessaria la biopsia per cercare il linfonodo sentinella, indicatore della presenza di un tumore maligno.

Tali informazioni sono fondamentali per capire che tipologia di terapia seguire per rimuovere il potenziale pericolo, ovvero se tramite intervento chirurgico, se tramite chemioterapia o radioterapia.

L’analisi in laboratorio delle cellule dei linfonodi ascellari consente di stabilire lo stadio della neoplasia. L’intervento chirurgico dei linfonodi ascellari consiste nella dissezione ascellare o dissezione dei linfonodi ascellari, esame utile anche in fase di trattamento.

 

Mastoplastica additiva e linfonodi ingrossati

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Uno degli interventi più gettonati tra le donne che desiderano essere sempre impeccabili e che ricercano il fisico perfetto è l’intervento di mastoplastica additiva, ovvero un intervento mirato all’aumento del volume del seno o per  modificarne la forma (approfondisci su chirurgiaemedicinaestetica.net).

Anche in questa circostanza però è possibile che possano presentarsi dei sintomi di infezione mammaria, che se scovati tempestivamente possono essere trattati adeguatamente per riuscire a contrastarne gli effetti e risolvere o evitare un possibile peggioramento.

I sintomi di un’infezione al seno possono essere più o meno gravi a seconda dell’entità del problema. L’ingrossamento dei linfonodi ascellari potrebbe essere il sintomo di una possibile infezione, ma si dovrà considerare l’aumento di volume del linfonodo e la durata del gonfiore per scongiurare una possibile infezione in corso.

In quanto una reazione linfonodale infiammatoria è una regola e non l’eccezione dopo un intervento di mastoplastica additiva, bisognerà quindi rivolgersi al proprio medico di fiducia solamente se il problema dovesse persistere, o se il linfonodo sia eccessivamente gonfio.