Linfonodi cervicali

 

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Il linfonodi cervicali sono tra i più caratteristici del corpo umano perché sono quelli che compaiono nel collo e spesso anche più degli altri possono essere indicatori importanti per una malattia in corso oppure che sta per sopraggiungere.

 

 

Cosa indicano i linfonodi cervicali

I linfonodi cervicali ingrossati possono essere causati da diverse malattie e il loro aumento di dimensioni viene anche detto  linfoadenopatia localizzata che in alcuni casi viene anche accompagnata da dolore cervicale oppure intorpidimento nella zona specifica. Inoltre possono esserci alterazioni nella pelle sovrastante con rossori oppure ulcerazioni mentre la cute sovrastante può essere mobile oppure attaccata ai linfonodi.

L’ingrossamento dei linfonodi cervicali di solito è causato da un’infezione o più raramente da una massa maligna (in primis un tumore) nel corpo. Capita anche che i linfonodi grossi sono conseguenza di malattie immunitarie sistemiche come l’artrite reumatoide. Le infezioni più frequenti che possono causare l’ingrossamento dei linfonodi cervicali sono raffreddore, mal di gola, influenza, mononucleosi infettiva, infezioni dell’orecchio, gengivite, faringite, tonsillite, laringite, parotite e malattie di questo tipo.

 

 

Le malattie gravi che gonfiano i linfonodi cervicali

Nei casi più gravi i linfonodi cervicali gonfi sono segnali di malattie serie. È il caso di tumori come il linfoma Hodgkin e Non-Hodgkin, così come quelli alla gola o della laringe ma anche la leucemia.

Altro indicatore dei linfonodi cervicali gonfi è in caso di presenza di mononucleosi che solitamente colpisce i giovani causando una sensazione di debolezza e stanchezza per diverse settimane.

E ancora, malattie come l’Aids, la tubercolosi, l’herpes, l’infezione del tratto respiratorio superiore o dell’orecchio, la sifilide o la rosolia.

Ovviamente ogni malattia va trattata in maniera diversa, ma il principio resta lo stesso. I linfonodi ingrossati vanno fatti esaminare da un medico anche se in molti casi  servono approfonditi esami strumentali a partire da quelli del sangue e da una biopsia del linfonodo. Se il gonfiore sparisce prima di tre-quattro settimane non c’è da preoccuparsi, altrimenti va fatto osservare.