Linfonodi e tiroide

 

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I linfonodi nella zona del collo sono tra i più delicati nel corpo umano anche se per loro vale il discorso generale che non necessariamente trovarli ingrossati significa soffrire di una malattia grave. Anzi nella maggioranza dei casi anche quando riguardano la tiroide si tratta semplicemente di reazioni ad infiammazioni, infezioni che possono essere causate da virus, anche se comunque il controllo da un medico specialista è sempre opportuno.

 

 

Cosa può causare l'ingrossamento dei linfonodi nella tiroide

L’aumento del volume nei linfonodi della tiroide, oltre alle cause più semplici come possono essere le infezioni, è causato da malattie specifiche del sistema linfatico oppure dall’intercettazione da parte dei linfonodi di cellule tumorali in arrivo da organi vicini a loro. Un buon metodo per capire se i linfonodi nella zona del collo interessino la tiroide è quello di tastarli: se sono ingrossati quelli della zona anteriore e laterale, allora si tratta di linfonodi tiroidali, mentre se sono quelli nella parte posteriore del collo oppure nella parte inferiore della mascella, allora non saranno correlati con la ghiandola tiroidea. In ogni caso andrà osservata dal medico tutta l’area della tiroide, con una serie di palpazioni, predisponendo successivamente una serie di esami specifici.

 

 

Quali sono gli esami per i linfonodi della tiroide

Se il medico dovesse sospettare un tumore alla tiroide, approfondirà intanto le possibili cause ereditarie oppure legate alla vita quotidiana del paziente e poi predisporrà esami specifici. Quello più naturale è legato al sangue, per controllare il livello dell’ormone TSH, ossia quello che stimola la tiroide: nel caso il valore sia troppo alto oppure troppo basso significa che la tiroide non funziona a dovere e quindi verranno predisposti altri approfondimenti.

Più specifica è l’ecografia che permette di vedere anche i noduli più piccoli o ancora la scintigrafia tiroidea che tramite un liquido di contrasto permetterà di distinguere i noduli ‘caldi’, solitamente non tumorali, da quelli ‘freddi’ che invece potrebbero esserlo. E ancora la biopsia, con la quale si esamina un piccolo campione di tessuto prelevato direttamente dalla zona potenzialmente interessata dal tumore, o ancora l’ago aspirato, con il quale si preleva un campione di pelle aspirandolo e non tagliando.