Linfonodi e HIV

 

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Non sempre i linfonodi ingrossati nella zona del collo sono indice di una malattia, ma possono comunque esserne le prime sentinelle. Succede ad esempio nel caso dell’HIV, anche se è necessario fare attenzione per non scambiare i linfonodi per quello che non sono.

 

 

Il linfonodi sintomo dell’HIV

Sappiamo che i linfonodi raggiungono tutte le parti del corpo trasportando la linfa e sono concentrati in alcune zone del corpo a partire dal collo, dalla mandibola, dalle ascelle a dall’inguine. Quando si presenta un loro ingrossamento in genere è una risposta standard del sistema immunitario contro agenti estranei che rappresentano un pericoli, sia che siano provenienti dall’esterno, come batteri o virus oppure dall’interno (cellule che diventano maligne).

In alcuni casi i linfonodi ingrossati, specie nel collo, sono la spia dell’HIV che prevede diversi stadi. Il periodo iniziale di incubazione, con una durata che va dalle 2 alle 4 settimane dal contagio, è privo di sintomi specifici. Invece lo stadio di infezione acuta dura normalmente 28 giorni e si presenta con senso di febbre, malessere, ingrossamento dei linfonodi, dolori muscolari, faringite, manifestazioni cutanee e piccole piaghe in bocca oltre che nell’esofago. La terza fase è asintomatica e può durare da 2 settimane a 20 e anche oltre, sino a quando sopraggiunge l’AIDS.

 

 

Come controllare i linfonodi

Bisogna anzitutto controllare se ci sono le ghiandole del collo, delle ascelle o ancora dell'inguine ingrossate. Non accade a tutti i sieropositivi di avere i linfonodi ingrossati, anche se quello è comunque un sintomo molto diffuso. Nel caso di infezione da HIV i linfonodi del collo possono gonfiarsi maggiormente rispetto a quelli dell'ascella e dell'inguine, ma è bene ricordare che i linfonodi si ingrossano anche per altre ragioni, come l'influenza ed il raffreddore, quindi sono sempre necessarie ulteriori indagini diagnostiche. In ogni caso il test per rilevare un eventuale contagio da HIV è il test HIV Ab.