Linfonodi dimensioni normali e anormali

 

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I linfonodi ingrossati, in ogni zona del corpo si trovino, sono un indice di qualche infezione o ancora peggio le sentinelle di un problema fisico più grave.

Ma cosa significa in realtà ‘ingrossati’. Quali sono le dimensioni effettive dei linfonodi in condizioni normali e quando invece ci dobbiamo preoccupare per la loro crescita?

 

 

Dimensioni dei linfonodi nel corpo

Indicativamente si dice che un linfonodo in condizioni normali deve essere grande quanto un pisello. Le dimensioni in realtà vanno da 1 a 2 centimetri di diametro, anche se possono variare sia con l’età che con le condizioni fisiche del soggetto: infatti alla nascita i linfonodi sono più grandi, per quanto strano possa sembrare, mentre con l’aumentare degli anni se non sono sentinelle di problemi fisici, allora tendono a ridursi a causa dell’involuzione dell’adipe corporea. In ogni caso in un soggetto adulto viene considerato normale un linfonodo che varia tra 1,5 e 2 centimetri, mentre se si presenta superiore dovrà essere esaminato più a fondo.

Vale per i linfonodi presenti nel collo, così come per quelli nel seno e quelli nell’inguine, tanto per fare degli esempi. Quello che conta è anche il dolore che procurano al loro tatto, la loro consistenza e anche come si muovono rispetto ai tessuti che li circondano. In ogni caso se non ci sono infezioni o altro in atto, i linfonodi non sono individuabili al solo tatto, ma lo diventano in caso di eventi infiammatori.

 

 

Quanti sono i linfonodi e come si controlla la grandezza

Il numero dei linfonodi nel corpo è scientificamente catalogato: partendo dall’alto, sono 94 in testa, 92 nel collo, 80 negli arti superiori, 166 nel torace, 248 nell’addome, 70 nella zona pelvica e 42 negli arti inferiori.

In caso di dubbio, come controllare se sono effettivamente ingrossati? L’esame più pratico e diffuso è l’ecografia, perché si tratta di un controllo non invasivo visto che si utilizza semplicemente una sonda ad ultrasuoni. L’esame consente di valutare conformazione e dimensione dei linfonodi, prima di procedere oltre.

Linfonodi e tiroide

 

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I linfonodi nella zona del collo sono tra i più delicati nel corpo umano anche se per loro vale il discorso generale che non necessariamente trovarli ingrossati significa soffrire di una malattia grave. Anzi nella maggioranza dei casi anche quando riguardano la tiroide si tratta semplicemente di reazioni ad infiammazioni, infezioni che possono essere causate da virus, anche se comunque il controllo da un medico specialista è sempre opportuno.

 

 

Cosa può causare l'ingrossamento dei linfonodi nella tiroide

L’aumento del volume nei linfonodi della tiroide, oltre alle cause più semplici come possono essere le infezioni, è causato da malattie specifiche del sistema linfatico oppure dall’intercettazione da parte dei linfonodi di cellule tumorali in arrivo da organi vicini a loro. Un buon metodo per capire se i linfonodi nella zona del collo interessino la tiroide è quello di tastarli: se sono ingrossati quelli della zona anteriore e laterale, allora si tratta di linfonodi tiroidali, mentre se sono quelli nella parte posteriore del collo oppure nella parte inferiore della mascella, allora non saranno correlati con la ghiandola tiroidea. In ogni caso andrà osservata dal medico tutta l’area della tiroide, con una serie di palpazioni, predisponendo successivamente una serie di esami specifici.

 

 

Quali sono gli esami per i linfonodi della tiroide

Se il medico dovesse sospettare un tumore alla tiroide, approfondirà intanto le possibili cause ereditarie oppure legate alla vita quotidiana del paziente e poi predisporrà esami specifici. Quello più naturale è legato al sangue, per controllare il livello dell’ormone TSH, ossia quello che stimola la tiroide: nel caso il valore sia troppo alto oppure troppo basso significa che la tiroide non funziona a dovere e quindi verranno predisposti altri approfondimenti.

Più specifica è l’ecografia che permette di vedere anche i noduli più piccoli o ancora la scintigrafia tiroidea che tramite un liquido di contrasto permetterà di distinguere i noduli ‘caldi’, solitamente non tumorali, da quelli ‘freddi’ che invece potrebbero esserlo. E ancora la biopsia, con la quale si esamina un piccolo campione di tessuto prelevato direttamente dalla zona potenzialmente interessata dal tumore, o ancora l’ago aspirato, con il quale si preleva un campione di pelle aspirandolo e non tagliando.

Linfonodi mediastinici

 

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Chi non ha una conoscenza approfondita del corpo umano difficilmente ha sentito parlare del mediastino, anche se è una parte fondamentale. Si tratta infatti dello spazio posto all’interno della gabbia toracica, incassato tra le cavità pleuriche e i polmoni di lato, dallo sterno nella parte anteriore e dalla colonna vertebrale in quella posteriore. Ma soprattutto contiene organi come cuore, grossi vasi, trachea,esofago e molti linfonodi che anche in questo caso possono diventare sentinelle attive per segnalare una malattia in corso.

 

 

Linfonodi mediastinici anteriori

Ci sono due tipi di linfonodi mediastinici. I primi sono quelli anteriori, in numero decisamente notevole, e sono suddivisi in linfonodi mediastinici anteriori di destra o prevascolari, di sinistra (o preaorticocarotidei), diaframmatici e della catena trasversa.

I linfonodi mediastinici anteriori di destra sono collocati davanti alla vena cava superiore e presentano condotti linfatici che arrivano dal cuore, dalla pleura, dal pericardio, dal muscolo diaframma, dal polmone destro e dal timo. I linfonodi mediastinici anteriori di sinistra invece si trovano davanti all'arco aortico e all'arteria carotide comune sinistra e ricevono collettori linfatici che provengono dagli stessi di cui sopra, solo dal lato sinistro.

I linfonodi mediastinici anteriori della catena trasversa, piazzati superiormente e inferiormente al tronco venoso brachiocefalico sinistro raccolgono collettori linfatici dalla trachea, dal timo e dalla ghiandola tiroide. E ancora, i linfonodi mediastinici anteriori diaframmatici, in prossimità del muscolo diaframma, sui due lati, raccolgono i collettori linfatici dal muscolo diaframma e, solo nella parte destra, anche dal fegato.

 

 

Linfonodi mediastinici posteriori

 

L’altro gruppo è quello dei linfonodi mediastinici posteriori, che variano tra gli 8 e i 12 e si dividono in interaorticoesofagei, iuxtaaortici, iuxtaesofagei e mediastinici posteriori diaframmatici. Ricevono la linfa proveniente dalle pareti dell'aorta e dell'esofago, dal muscolo diaframma, dal pericardio e dai linfonodi mediastinici anteriori diaframmatici. Complessivamente, tutti i linfonodi mediastinici, così come gli altri simili nel corpo umano, devono far preoccupare soltanto se si gonfiano.