Linfonodi gonfi – quando c’è da preoccuparsi?



La presenza di uno o più linfonodi che si ingrossano fa sempre molta paura. Quando, tastandosi il collo, le ascelle o l’inguine, ci capita di sentire dei noduletti gonfi, in genere ci facciamo prendere dal panico, associando subito questo rigonfiamento ad un problema grave.

 

I linfonodi gonfi possono essere indice di una forma tumorale, ma questo non rappresenta la regola: che un linfonodo sia più gonfio rispetto al solito può semplicemente indicare che abbiamo preso una piccola e banale infezione, curabile con antibiotici o una cura specifica; nella maggior parte dei casi, un linfonodo gonfio non è indice di un tumore, anche se in altri casi può rappresentarne la presenza.

 

 

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Un linfonodo che si gonfia può indicare la presenza o lo sviluppo di un tumore solo in alcuni casi specifici. Sebbene solo il medico sia in grado di stabilire, caso per caso, se si è di fronte ad una patologia neoplastica, è importante dare le corrette informazioni in maniera da non dare adito a falsi (e pericolosi) allarmismi.

Creare subito allarmismi non serve a nulla: che un linfonodo si gonfi può essere normale, e in molti casi lo è, perché questi organi hanno una funzione specifica, che è quella di mettere in allarme l’organismo durante l’attacco da parte di infezioni o problematiche simili.

Se però il linfonodo è molto gonfio – oppure se alla presenza di un linfonodo ingrossato se ne aggiungono altri, o si associano altri importanti sintomi – allora è il caso di valutare bene la situazione facendosi visitare da un medico, il quale attraverso lo studio di alcune caratteristiche specifiche – dimensione, sede del linfonodo ed alcune particolarità al tatto – potrà stabilire se è il caso di approfondire o se si tratta semplicemente di una banale influenza o infezione.

 

 

Ingrossamento dei linfonodi, le cause

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L'ingrossamento dei linfonodi è un campanello d'allarme che il più delle volte è dovuto ad una reazione degli stessi a infezioni, pertanto i linfonodi gonfi corrispondono ad una risposta del nostro organismo e specificatamente del sistema immunitario.

La linfadenopatia, ovvero l'abnorme ingrossamento dei linfonodi, è un'anomalia derivante nella maggior parte dei casi da un'invasione di cellule normalmente non presenti nel nostro organismo come virus, batteri, funghi e protozoi. Ad esempio l'organo linfoide potrebbe infiammarsi in caso di ascesso dentario o nel caso da infezione da HIV. Il gonfiore in rari casi potrebbe essere causato da neoplasie.

Il sistema linfatico, cui appartengono i linfonodi e la sua fitta rete di capillari, ha la funzione di neutralizzare microrganismi esterni penetrati all'interno del nostro corpo. I capillari creano un sitema interconnesso nel quale i linfonodi fungono da "stazione di raccolta" e smostamento.

Qui gli antigeni che vi giungono attraverso il torrente linfatico vengono intercettati da linfociti e macrofagi, cellule adattatesi a combattere particelle e microrganismi esterni con lo scopo di neutralizzarle.

 

L'ingrossamento dei linfonodi è pertanto dovuto sostanzialmente a due situazioni:

  1. aumento della produzione di linfociti per contrastare gli antigeni (sostanza in grado di essere riconosciuta dal sistema immunitario come estranea o potenzialmente pericolosa);

  2. aumento dei macrofagi, cellule mononucleate tissutali molto grandi, la cui funzione principale è la fagocitosi, cioè riescono ad inglobare nel loro citoplasma particelle estranee, compresi i microrganismi, e di neutralizzarli.

 

Le ghiandole linfoidi hanno anche la capacità di intercettare anche le cellule tumorali circolanti con la conseguenza che aumentano di volume, ma con una differenza rispetto al caso di antigeni.

Nel caso di microrganismi esterni i linfonodi si gonfiano mantenendo intatta la struttura tipica, nel caso di cellule metastatiche invece si ha uno stravolgimento della struttura.

 

 

Filler e ingrossamento dei linfonodi

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Un'altra causa dell'aumento del volume dei linfonodi è da imputarsi indirettamente ai trattamenti di medicina estetica come ad esempio le iniezioni di filler, che sono considerate semplici da eseguire e sicure, ma non del tutto esenti da specifici effetti collaterali. Soprattutto nel caso di filler permanenti, che non potendo essere riassorbiti finiscono per essere visti dal nostro organismo come corpi estranei.

Un filler non eseguito correttamente può dunque portare a problematiche anche gravi che può portare a infezioni batteriche e ascessi che potrebbero far infiammare i linfonodi.

La terapia in questo caso prevede l'utilizzo di farmaci antibiotici, associata a un drenaggio, in modo tale da eliminare il pus creatosi.

Linfonodi

 

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Cosa sono ed a cosa servono i linfonodi? Quali sono le differenze tra quelli reattivi, del collo, inguinali, ascellari? Il fenomeno della linfadenopatia (linfonodi ingrossati) cosa indica?

Cercheremo di rispondere nel modo più esauriente possibile a queste ed altre domande ma, prima di tutto, vogliamo raccomandarvi di non allarmarvi se, per una semplice influenza, toccate la pallina di un linfonodo gonfio che sporge ai lati del collo. Non associatela immediatamente a problemi gravi, non pensate subito che possa trattarsi di un tumore.

In questo articolo, scoprirete se e quando è il caso di allarmarsi. Innanzitutto vogliamo precisare che questo articolo è solo informativo e non deve mai assolutamente sostituirsi ad un parere medico.

Principalmente, le ghiandole linfatiche o linfonodi sono nostre amiche, pronte a combattere per annientare gli ‘estranei’, gli agenti patogeni responsabili di infiammazioni ed infezioni.

Sono una delle nostre difese immunitarie più importanti, anche se non si possono vedere ad occhio nudo. Ecco perché i linfonodi (detti anche linfoghiandole) rappresentano una parte essenziale del fisico essendo formati da tessuto linfoide, localizzati dove si diramano i vasi linfatici.

 

 

Dove si trovano i linfonodi

 

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La maggioranza dei linfonodi è posizionata in aree accessibili del corpo, come nel collo, nell’inguine e nella cavità ascellare. Si presentano di grandezza molto variabile che parte da 1 millimetro e può arrivare sino ad oltre 2 centimetri, ma soprattutto producono linfociti. Nel tessuto linfatico sono presenti cellule che hanno la funzione di catturare un qualsiasi agente estraneo, patogeno o meno che sia (come i batteri), e quindi insieme ad esempio alle tonsille e all'appendicite sono i primo organi destinati alla difesa del nostro corpo. Nell'immagine semplificata possiamo vedere la posizione dei linfonodi all'interno del nostro corpo, in questo caso in una donna.

 

Linfonodi: cosa sono, funzioni

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Sono piccoli organi chiamati anche ghiandole linfatiche o nodi linfatici, le ‘sentinelle’ del sistema immunitario pronte a segnalare al nostro organismo eventuali pericoli in corso.

Si potrebbero paragonare a filtri biologici che hanno lo scopo di intercettare ed annientare germi, sostanze estranee o cellule neoplastiche.

Hanno sede in varie parti del corpo e si gonfiano in certe circostanze, in presenza di determinate patologie.

Spesso, la naturale reazione dei linfonodi ad una semplice infezione, infiammazione o influenza, viene associata al tumore; in realtà, si tratta di un meccanismo naturale di ‘segnalazione’ a difesa dell’organismo.

Si gonfiano, spesso provocano dolore o fastidio al tatto, ma restano nostri amici perché ci avvisano di una ‘lotta interna’ in atto.

In media, se ne contano all’incirca 600 unità distribuite lungo i canali della circolazione linfatica che non trasporta sangue come i vasi sanguigni ma, appunto, linfa.

 

Sistema linfatico e linfonodi

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Il sistema linfatico ha la funzione di espellere le sostanze dannose, liquidi e grassi in eccesso e di produrre anticorpi e cellule immunitarie (linfociti e monociti).

La linfa è un fluido derivante dal sangue: contiene zuccheri, sali, proteine, lipidi, amminoacidi, ormoni, vitamine, globuli bianchi.

Concentra nei linfonodi molti globuli bianchi che servono a combattere i nemici dichiarati dell’organismo (virus, batteri, degenerazione cellulare, cellule neoplastiche).

Quando qualcosa non va, il numero di cellule aumenta; questo esercito di cellule viene chiamato a raccolta nei linfonodi che, di conseguenza, s’ingrossano. Così facendo, possono lanciare il loro segnale d’allarme tanto per una banale influenza quanto per lo sviluppo di un tumore.

 

L'ingrossamento dei linfonodi

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Una buona parte dei casi di ingrossamento dei linfonodi (linfadenopatia) è dovuta a semplici infezioni, come quelle delle vie aeree nei casi di raffreddori e mal di gola mentre soltanto una minima parte dei casi è legata alla presenza di un tumore.

In casi di infiammazioni acute, specie se infezioni, i linfonodi possono presentarsi ingrossati e dolenti al tatto, una volta toccati e si potrà anche notare un evidente arrossamento della cute che sarà più calda in corrispondenza del linfonodo.

In ogni caso i linfonodi diventano essenziali nella diagnosi di un tumore perché il loro ingrossamento può essere il primo segnale della maturazione della malattia oppure il segno che essa si sta espandendo. Ecco perché, specialmente nel caso di tumore alla mammella, si parla di 'linfonodo sentinella', essendo il suo esame essenziale per comprendere la presenza o meno della malattia.

Stesso discorso per i linfomi del tipo Hodgkin e non Hodgkin perché il linfonodo può essere la sede in cui ha origine la malattia e il suo rigonfiamento dipende dall'aumento incontrollato dei linfociti trasformati al suo interno.

Approfondisci l'argomento: linfonodi ingrossati, cosa fare;

 

Linfonodi tumefatti, come si presentano

Si possono presentare linfonodi tumefatti dunque per effetto di cause come infezioni croniche o malattie neoplastiche. Nei casi più gravi, ossia in presenza di metastasi tipiche dei tumori, possiamo assistere ad un notevole ingrossamento dei linfonodi che possono anche raggiungere i 7-8 centimetri e presentarsi duri al tatto.

Altra caratteristica dei linfonodi presenti nel caso di metastasi è che sono mobili.

 

 

Linfonodi reattivi

I cosiddetti linfonodi reattivi, come suggerisce il nome, reagiscono agli attacchi di virus e batteri gonfiandosi per il numero maggiore di cellule immunitarie chiamate a raccolta per intervenire su infiammazioni ed infezioni solitamente non associate a malattie gravi.

In casi meno frequenti, sono il campanello d’allarme per malattie autoimmuni (artrite reumatoide), infezioni di maggior entità o tumori.

Quando aumentano di volume nella zona del collo (con conseguente dolore o fastidio al tatto), segnalano generalmente mal di gola, influenza, infezioni virali o batteriche, mononucleosi, ma potrebbero essere la spia anche di tubercolosi o leucemia.

I linfonodi reattivi che si gonfiano nella zona ascellare possono segnalare infezioni minori oppure lo sviluppo di tumore al seno; quelli inguinali possono indicare svariate cause che vi spiegheremo più avanti nel paragrafo apposito.

Approfondisci l'argomento: linfonodi reattivi;

 

I linfonodi nell'età giovanile

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In realtà i linfonodi possono apparire ingrossati anche in assenza di una patologia. Succede più spesso nei bambini o negli adolescenti, ma prima di farsi prendere dal panico è bene sapere che nella maggioranza dei casi le cause sono benigne, come l'ingrossamento delle tonsille (e insieme a loro delle adenoidi) oppure ancora per carie dei dewnti che non sono state curate oppure sono state seguite male. Ecco perché è sempre meglio consultare uno specialista.

 

Linfonodi del collo

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Sono sparsi un po’ ovunque ma si concentrano soprattutto nelle zone strategiche di difesa immunitaria: collo, ascelle, inguine, addome.

I nodi linfatici del collo possono ingrossarsi per una reazione del tutto naturale in presenza di raffreddore, influenza, tonsillite, tosse, bronchite ed altre infezioni che coinvolgono le prime vie aeree.

L’ingrossamento delle ghiandole linfatiche del collo può essere causato anche dalla mononucleosi (malattia del bacio) il cui virus può ‘resistere’ per mesi; più raramente, i linfonodi si gonfiano a causa di linfomi (neoplasie) al fine di segnalare lo sviluppo di tumori (leucemia, linfomielomi).

In quest’ultimo caso, il gonfiore è accompagnato da febbre, dimagrimento eccessivo, sudorazione notturna o prurito: se non scompare dopo 3 settimane, è bene indagare attraverso un controllo medico ed il ricorso alla biopsia.

Approfondisci l'argomento: linfonodi del collo;

 

Linfonodi inguinali

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Hanno sede sotto il legamento inguinale e si dividono in due categorie: superficiali e profondi.

I linfonodi inguinali superficiali sono una decina, situati appena sotto la cute, e ricevono linfa da genitali, basso addome, bassa schiena, ano, perineo, natiche, cosce e gambe; i linfonodi inguinali profondi si trovano nel triangolo femorale (o di Scarpa), nei tessuti sottocutanei più profondi, e sono 3, massimo 5.

I nodi linfatici inguinali si ingrossano per indicare un’infezione virale, batterica o generata da malattie veneree, toxoplasmosi, ma possono anche essere il campanello d’allarme di una malattia sistemica (es. artrite reumatoide, linfadenite) o di un tumore (linfoma, melanoma, leucemia) oppure indicano una reazione avversa ad un trattamento farmacologico (vaccini trivalenti, farmaci penicillinici, sulfamidici).

Approfondisci l'argomento: linfonodi inguinali;

 

Linfonodi ascellari

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Le ghiandole linfatiche ascellari sono le più conosciute e controllate dalle donne perché, se si ingrossano, potrebbero essere il campanello d’allarme per un possibile tumore al seno.

In presenza di un tumore benigno, di una cisti o di un nodulo al seno, i linfonodi ascellari sono dolenti e mobili: non dovranno essere rimossi ma solo tenuti sotto controllo.

Nei casi di tumore maligno, i linfonodi agiranno da sentinelle: le loro dimensioni aumenteranno notevolmente, rimarranno immobili e non reattivi.

In realtà, le cause potrebbero rivelarsi meno allarmanti: una banale influenza, mononucleosi, una malattia venerea.

Approfondisci l'argomento: linfonodi ascellari;

 

Consigli utili

Sarà bene rivolgersi al medico se:

  • il gonfiore di un linfonodo dura più di una settimana;

  • il linfonodo aumenta di volume;

  • i linfonodi ingrossati si trovano sopra la clavicola.

 

Concludiamo con i dati rassicuranti pubblicati dall’AIRC (Associazione italiana per la ricerca sul cancro): un linfonodo ingrossato è da imputare alla presenza di un tumore in meno dell’1% dei casi.