Linfonodi esami da fare

 

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I linfonodi sono organi linfatici periferici situati lungo le vie linfatiche del nostro corpo, presenti soprattutto in zone strategiche come le ascelle, l'inguine, il collo e l'addome.  Le vie linfatiche trasportano una sostanza liquida generalmente incolore, chiamata linfa, che permette il trasporto cellule del sistema immunitario, come i leucociti (globuli bianchi).

I linfonodi hanno una forma tondeggiante o leggermente allungata, a fagiolo, e rappresentano delle stazioni di gauardia del sistema immunitario contro agenti esterni all'organismo, come possono essere batteri, virus o tossine esogene, o agenti provenienti dall'interno, come possono essere cellule con caratteristiche anomale (pre-tumorali o tumorali).

La linfa, proveniente dagli organi e dai tessuti corporei e drenata dai vasi linfatici all'interno dei linfonodi, entra in contatto con cellule del sistema immunitario e "pulita" da eventuali sostanze estranee o tossiche. Viene poi re-immessa in circolo, come anche i linfociti, i macrofagi e le altre cellule del sistema immunitario.

 

 

Test da effettuare in caso di linfonodi ingranditi

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Quando un linfonodo si trova a dover affrontare eventuali aggressori dell'organismo, aumenta di dimensioni a causa dell'aumento del volume di linfa filtrato e dell'elevato numero di cellule richiamate al suo interno.

Ecco perché il riscontro di linfoadenomegalia (linfonodi ingrossati) genera spesso ansia e preoccupazione, e rende necessario una valutazione medica per definire che vi siano segnali di allarme o se si può optare per una strategia più attendista.

 

Ma quali sono i provvedimenti da attuare in caso di ingrossamento dei linfonodi?

Le indagini da effettuare sono essenzialmente di tre tipi:

  1.  esame anamnestico e clinico;
  2.  analisi di laboratorio;
  3.  esami strumentali.

 

Premesso che avere uno o più linfonodi ingrossati è una cosa abbastanza comune, la prima cosa da fare è senza dubbio rivolgersi al proprio medico curante, che potrà effettuare una accurata anamnesi e un esame ispettivo completo. 

 

Anamnesi ed esame obiettivo

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L'anamnesi consiste in una "intervista" approfondita riguardo ad abitudini di vita, patologie concomitanti, presenza di sintomi e segni come febbre, mal di gola, segni o sintomi di infiammazione, insomma tutto quello che può indirizzare il professionista sanitario verso un preciso iter diagnostico.

L'esame obiettivo, fondamentale per la valutazione dei linfonodi, è il cardine di tutte le indagini diagnostiche per questo tipo di disturbo.

Il medico curante potrà valutare il numero, la sede e la posizione delle linfoadenopatie, oltre a caratteristiche dei linfonodi ingranditi quali le dimensioni e la mobilità rispetto ai tessuti circostanti.

 

Ad esempio, a fronte di linfonodi ingrossati insorti da poco tempo, dolenti, presenti in un solo distretto corporeo e comparsi il seguito ad una sindrome influenzale o altre patologie come mal di gola o mal di denti, il medico potrà attuare un periodo di osservazione che porterà, nella maggior parte dei casi, al miglioramento della sintomatologia fino alla sua completa risoluzione.

In altre situazioni, la presenza di linfonodi ingrossati in diverse parti del corpo, in presenza di rigonfiamento che non manifesta segni di regressione nel tempo, o nel caso i linfonodi non siano dolenti e sembrino "incollati" con i tessuti più profondi, il medico potrebbe decidere di passare ad approfondimenti di secondo livello, come esami del sangue o le indagini strumentali.

 

 

Analisi ematiche o analisi del sangue

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In caso di linfoadenomegalia vi sono alcune analisi del sangue che possono darci un'idea riguardo la presenza di uno stato infiammatorio e la sua natura. Qui di seguito i principali test ematici che potrebbero esservi consigliati in caso di linfonodi ingrossati:

 

  1. Emocromo: l’emocromo è l’esame principe, presente in quasi tutte le impegnative per esami di laboratorio. Esso comprende l’analisi delle caratteristiche dei globuli rossi (eritrociti) e dell’emoglobina da essi contenuti, oltre alla conta dei leucociti (globuli bianchi) e la loro caratterizzazione, e la conta delle piastrine circolanti. In caso di linfoadenopatia, un numero di globuli bianchi elevato (leucocitosi) può indicare la presenza di una patologia infiammatoria su base infettiva. Inoltre, se la leucocitosi è legata prevalentemente ad un aumento dei granulociti neutrofili, va esclusa la presenza di un’infezione batterica, mentre un numero elevato di linfociti potrebbe far propendere per un’infezione di tipo virale. Inoltre, la presenza di anemia, o di piastrinopenia, o di leucopenia (globuli bianchi bassi) richiede ulteriori indagini atte ad escludere una patologia ematologica;

  2. Proteina C reattiva: abbreviata con la sigla PCR, la proteina C reattiva è un marker di infiammazione, definito anche come indice di flogosi, e dà un’indea generale dello stato infiammatorio del nostro corpo. Infatti, fa parte della categoria delle proteine di fase acuta, cioè le proteine la cui concentrazione aumenta in circolo quando è in atto un’insulto infiammatorio. I valori di proteina C reattiva, normalmente inferiori ai 6 mg/l possono aumentare anche di decine di volte durante un processo infettivo;

  3. VES: è la sigla della Velocità di Eritrosedimentazione, un parametro di laboratorio che misura la velocità di sedimentazione dei globuli rossi nel sangue. In caso di infiammazione, le cariche repulsive negative tra i globuli rossi diminuiscono, permettendo di “ammucchiarsi” più velocemente tra loro: in questo caso, la VES aumenta, e questo rappresenta, analogamente per la PCR alta, un indice indiretto della presenza di uno stato di flogosi nel nostro organismo;

  4. Monotest: è un test che misura la presenza di anticorpi eterofili, anticorpi che non sono specifici per la mononucleosi, ma che si ritrovano positivi in oltre il 90% dei casi nelle persone infettate dall’Epstein Barr Virus (EBV), il virus responsabile della mononucleosi. Questa patologia, conosciuta come la malattia del bacio, è una delle più diffuse infezioni virali, responsabile di febbre, mal di gola e, frequentemente, ingrossamento dei linfonodi del collo, soprattutto a laterocervicale e nucale;

  5. Sierologia per CMV: come l’EBV, anche il Citomegalovirus (CMV) è un virus molto comune, che spesso dà una sindrome simil-influenzale con rigonfiamento dei linfonodi. La misurazione degli anticorpi IgG ed IgM anti-CMV permette di escludere o confermarne la presenza.

 

Indagini strumentali

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Spesso l’esame obiettivo e gli esami del sangue non riescono a chiarire in modo sufficente la natura dell’ingrossamento dei linfonodi. A questo punto, diventa indispensabile approfondire ulteriormente l’iter diagnostico, anche perchè solitamente le persone colpite cominciano a manifestare importante ansia di fronte a tumefazioni che non migliorano con il passare del tempo.

 

L’esame principale in questi casi è l’ecografia dei tessuti molli: si tratta di una ecografia che indaga cute, sottocute e connettivo, permettendo di analizzare il numero, la forma, le dimensioni effettive e le caratteristiche ecografiche dei linfonodi ingranditi. In particolare, la presenza di linfonodi di forma allungata o ovalare permette di classificare come “linfonodo reattivo”, ovvero privo di caratteristiche di malignità, e probabilmente secondario ad un’infezione batterica o virale.

 

Al contrario, un linfonodo tondeggiante e/o con una vascolarizzazione anomala potrebbe essere la spia di una patologia neoplastica, e necessitare quindi di un’analisi ulteriore. In questo caso, il medico potrebbe ritenere opportuno effettuare un prelievo del tessuto linfonodale tramite un’agobiopsia percutanea, con successiva analisi istologica del pezzo prelevato.

 

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Nel caso di persone di sesso femminile, la presenza di linfonodi ingrossati a livello ascellare o sopraclaveare potrebbe dover essere approfondita con una mammografia ed un’ecografia mammaria, per escludere la presenza di patologie a carico del seno.

Linfonodi cervicali: segnali d’allarme per le difese immunitarie

 

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Detti anche linfoghiandole o ghiandole linfatiche, i linfonodi cervicali sono organi piccoli e tondi presenti in prossimità del collo che contengono linfa, liquido giallo o senza pigmento che racchiude i globuli bianchi, sentinelle pronte a difendere il nostro organismo.

Lanciano segnali per dar modo al sistema immunitario (attraverso i linfociti, i sorveglianti) di reagire contro agenti esterni pericolosi come virus e batteri o interni come cellule che da benigne possono convertirsi in maligne.

I linfonodi cervicali cominciano ad aumentare di volume ogni qualvolta si moltiplica il numero di cellule presenti in essi: l’ingrossamento viene anche chiamato linfoadenopatia.

 

 

Linfonodi cervicali superficiali e profondi

Occorre distinguere i linfonodi cervicali superficiali da quelli profondi.

I linfonodi superficiali (piccoli, rari, incostanti) si riferiscono a testa e collo, posti sulla parte esterna del muscolo sternocleidomastoideo, in prossimità della vena giugulare esterna: hanno collegamenti col padiglione dell’orecchio e la zona mastoidea.

I linfonodi profondi (più numerosi) interessano la vena giugulare interna e la vena succlavia: drenano i vasi linfatici di testa e collo ed i loro canali si riferiscono al tronco giugulare.

 

Linfonodi anteriori, laterali e posteriori

La principale distinzione da fare è quella tra linfonodi anteriori, laterali e posteriori.

Quelli anteriori sono posizionati sulla linea mediana del collo, impegnati nel drenaggio della tiroide, laringe (parte inferiore) e trachea (parte superiore).

I laterali si trovano nella parte laterale del collo ed interessano la zona sottomandibolare, sopraclavicolare, la giugulare esterna, la zona retrofaringea che drena cavità nasale, palato molle e duro, seni paranasali, rinofaringe, orofaringe ed orecchio medio.

I linfonodi cervicali posteriori interessano il dosso, l’area posteriore del collo.

 

Ingrossamento dei linfonodi cervicali: le cause

Solitamente, i linfonodi cervicali si ingrossano a causa di un processo infiammatorio o infettivo: le cause più comuni sono associabili a mal di gola, raffreddore, influenza, ma anche infezioni all’orecchio, ai denti, gengivite, foruncoli, tonsillite, laringite, faringite, parotite e, non ultima, mononucleosi infettiva responsabile di stanchezza e debolezza.

L’aumento delle dimensioni di un linfonodo cervicale spesso causa dolore cervicale (ma, al contrario, è anche il dolore causato dalla cervicale che può farlo ingrossare) o intorpidimento dell’area interessata la cui pelle può anche arrossarsi o presentare ulcerazioni.

In certi casi e in determinate condizioni, i linfonodi cervicali si ingrossano per la formazione di un tumore.

Raramente, i linfonodi ingrossati dipendono da malattie immunitarie (artrite reumatoide o lupus).

 

 

Quando farsi controllare da un medico

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I linfonodi cervicali possono segnalare la presenza di malattie gravi come tumori (ad esempio alla laringe, alla gola, leucemia) oppure tubercolosi, sifilide, rosolia, herpes o Aids.

Si tratta di eventualità estreme, non frequenti, perciò si consiglia un controllo (esami del sangue o biopsia dei linfonodi) nel caso in cui il gonfiore non sparisca dopo una o più settimane.

Anche le dimensioni possono indicare un’eventualità anomala: se superiori a 3-4 cm andrebbero analizzati.

 

Tutti i sintomi

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A seconda della causa, i linfonodi cervicali provocano vari sintomi anche molto diversi tra loro:

  •  Tachicardia;
  •  Debolezza e stanchezza;
  •  Sudorazione notturna eccessiva;
  •  Prurito diffuso;
  •  Difficoltà a deglutire o a respirare;
  •  Brividi;
  •  Febbre alta;
  •  Sensazione di calore sulla pelle prossima al linfonodo;
  •  Rossore o ulcere della pelle, pustole;
  •  Collo rigido;
  •  Inappetenza e dimagrimento eccessivo.

 

Variano anche la dimensione e la consistenza: quest’ultima può essere dura, molto dura, molle o gommosa.

 

Esistono rimedi naturali?

Sono almeno 7 i rimedi naturali efficaci per ‘sgonfiare’ i linfonodi cervicali ingrossati:

  • Aglio, un potente antinfiammatorio che serve a purificare il sistema immunitario;
  • Miele, che contrasta l’infezione, ancor meglio se aggiungete alcune gocce di limone;
  • Olio di ricino, antinfiammatorio e antidolorifico, favorisce il flusso linfatico, stimola il sistema immunitario e velocizza l’eliminazione delle tossine;
  • Acqua e sale, da usare per gargarismi 2 volte al giorno;
  • Impacchi caldi per favorire la circolazione sanguigna e ridurre il gonfiore;
  • Massaggi di drenaggio linfatico, lieve, da eseguire con cura per eliminare le impurità e stimolare i linfonodi.

Sistema immunitario, come rafforzarlo e favorire le difese naturali

 

Prima di scoprire come rinforzare il sistema immunitario, è opportuno capire che cosa ci difende dai patogeni invasori e dai loro attacchi esterni. Quando si indeboliscono le difese immunitarie, il corpo risulta più soggetto ad infezioni ed è questo il momento buono per intervenire.

 

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Il sistema immunitario ha il suo ‘esercito’ composto non soltanto da anticorpi e linfociti T ma anche da barriere naturali come il muco, i succhi gastrici, l’epidermide che rappresentano un’importante linea difensiva alleata dei primi per potenziare la loro azione.

Quando qualcosa non va nel sistema immunitario, i linfociti incontrano i potenziali aggressori e si attivano per combatterli all’interno dei linfonodi o ghiandole linfatiche, piccoli organi tondeggianti a forma di fagiolo che si trovano lungo le vie linfatiche: i linfonodi trasportano linfa che contiene i globuli bianchi incaricati di difendere l’organismo dagli attacchi di agenti estranei esterni (virus, batteri) o interni (cellule che da normali si trasformano in maligne).

 

 

Abbassamento delle difese immunitarie, le cause

Il sistema immunitario si indebolisce a causa di:

  • Stress;

  • Diversi tipi di patologie;

  • Abuso di antibiotici;

  • Fattori ambientali (freddo, umidità, cambiamento stagionale, eccessiva esposizione al sole).

 

Un discorso a parte invece andrebbe fatto per le intolleranze che indeboliscono il nostro organismo provocando scompensi che possono portare anche a gravi conseguenze.

Ma cosa scatena le reazioni allergiche provocate dalle intolleranze alimentari? Tutto deriva da errate reazioni del sistema immunitario che riconosce come pericolosi ed estranei alcuni cibi e che vanno a compromettere il meccanismo digestivo del nostro organismo.

Per ovviare a ciò il paziente affetto da intolleranze alimentari deve essere molto cauto nell'alimentazione ed eliminare dalla dieta gli alimenti che provocano queste allergie. Per fortuna in commercio sono tanti i cibi per intolleranti, per i più golosi è possibile trovare anche dolci artigianali per intolleranti.

 

Come rinforzare il sistema immunitario: primo step

Per ripristinare e potenziare il sistema immunitario e le difese naturali dell’organismo in modo corretto, è buona abitudine consumare frutta, verdura, yogurt assumendo anche prebiotici e probiotici (fermenti lattici vivi).  Rinforza le difese immunitarie anche l’attività fisica, lo sport praticato in modo costante ed equilibrato.

E’ nella stagione fredda che bisogna maggiormente intervenire a difesa del sistema immunitario con le migliori armi naturali che abbiamo a disposizione: vitamine (A, B, C. D, E) e sali minerali (zinco e selenio).

Non dobbiamo necessariamente ricorrere ad integratori in quanto vitamine e sali minerali si possono assumere mangiando determinati cibi. Vediamo quali.

 

Vitamine A, B, C, D, E

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A difesa del sistema immunitario la vitamina C, la più potente, si trova soprattutto in questi cibi: agrumi, fragole, kiwi, spinaci, patate, ananas, broccoli, ciliegie.

La vitamina A, antiossidante e antitumorale, è contenuta soprattutto nel fegato, albicocche, uova, tarassaco, carote, mango, pomodori, peperoni, radicchio.

La vitamina B supporta il metabolismo, difende pelle, occhi, capelli e la trovate in cibi come riso integrale, legumi, lievito di birra, soia, banane, tuorlo d’uovo, tonno, frutta a guscio.

Per integrare vitamina D, oltre ai benefici di una corretta esposizione solare, dobbiamo ricorrere a cibi come il pesce azzurro, le uova, verdure a foglia verde, latticini: aiuta le ossa, potenzia il sistema immunitario, contrasta diabete e tumori.

La vitamina E favorisce la circolazione sanguigna, previene ictus e infarti ed è contenuta nelle mandorle, pinoli, semi di girasole, olive.

 

 

Sali minerali

Tra tanti sali minerali, il selenio ha particolari proprietà antiossidanti e si trova in cibi come pesce, frumento, patate, noci.

Lo zinco potenzia ossa, muscoli e pelle e si trova nella carne rossa, frutti di mare, uova, lenticchie, formaggi, granchio.

 

Potenziare le difese naturali con la fitoterapia e con l'erboristeria

Se un’alimentazione sana o una corretta attività fisica non bastano si può ricorrere all’uso di piante medicinali immunostimolanti e adattogene.

Per scegliere le piante giuste è fondamentale conoscere le cause responsabili del sistema immunitario debilitato per un’azione mirata che può essere antiossidante oppure immunostimolante, eccitante o immuno-modulante.

Nelle formulazioni erboristiche (in forma di tisane, opercoli, bustine effervescenti, barrette energetiche) sono due, in particolare le droghe che rinforzano il sistema immunitario, l’echinacea (immunostimolante) e l’astragalo dalle proprietà toniche e stimolanti, cardiotoniche.

Esistono altri preparati come, ad esempio, certi amminoacidi adatti agli sportivi: ornitina, arginina e glutammina.

La fitoterapia suggerisce anche altri potenti alleati a difesa del nostro sistema immunitario; la rosa canina (contiene vitamina C), il tarassaco (contiene vitamina A), curcuma ed equiseto (immunostimolanti), l’uncaria (antinfiammatorio e antivirale), l’eleuterococco (immunostimolante, tonico e rivitalizzante), la pappa reale. In questa pagina pagina ad esempio sono presenti molti prodotti per rinforzare le difese immunitarie (capsule, gocce, pillole, sciroppi).

Il mondo vegetale è ricco di alleati del sistema immunitario e non possiamo non citare l’azione dell’aglio (potente antibiotico), ginseng, radice di liquirizia (da assumere con moderazione perché alza la pressione), funghi shiitake, maitake e reishi (ricchi di vitamine di tipo B).

 

Consigli su come rinforzare il sistema immunitario

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Adottate uno stile di vita sano non soltanto concentrandovi su un’alimentazione corretta ma anche sull’attività fisica. Lo sport migliora il sistema cardiovascolare e, di conseguenza, permette alle cellule ed alle sostanze del sistema immunitario di muoversi liberamente facendo bene il loro lavoro.

Al contrario, evitate tutti i ‘nemici’ del sistema immunitario: le sigarette, gli alcolici, l’insonnia (un sano riposo aiuta le difese naturali dell’organismo).

Si possono evitare infezioni anche adottando precauzioni igieniche come lavarsi spesso le mani.

Scaricate il più possibile lo stress e trovate un equilibrio, maggior autocontrollo: lo stress indebolisce i globuli bianchi, rallenta la loro reazione davanti ai pericoli esterni, ritarda la produzione di anticorpi e sopprime l’attività dei linfociti T.